Per tre quarti di match i Bucs hanno dominato, giocando in maniera fluida in attacco, macinando yards non solo con i puntuali passaggi di Brady ma anche con le corse di un ottimo Fournette e contenendo bene (primo drive a parte) l'attacco degli Eagles, davvero ben limitato sino al quarto finale.
Poi per Tampa Bay è sceso il buio, l'attacco non ha più trovato primi down, le penalità hanno falcidiato il gioco dei Bucs, e la difesa ha concesso troppo a un avversario arrivato sino al -6, dopo essersi trovato indietro di 21 punti.
Per fortuna, nel drive finale i Bucs sono riusciti a guadagnare i primi down necessari per portare a zero il cronometro e per tornare in Florida con una preziosa W, che è sembrata a lungo scontata ma che poi è arrivata dopo un bel brivido, perché a quel punto l'inerzia del match era tutta a favore dei padroni di casa.
Purtroppo si è infortunato anche Sherman, e questo non aiuta una squadra già colpita duramente dagli infortuni (oggi mancavano Gronk, David e Winfiled jr., tre pilastri dei rispettivi reparti) ma soprattutto non si possono regalare oltre 100 yards in penalità agli avversari.
Contro squadre non irresistibili come gli Eagles si possono giocare anche solo tre quarti per vincere la partita, ma contro i prossimi avversari - Chicago e New Orleans - sarà il caso di rimanere concentrati per tutti i 60 minuti, oltre a ridurre drasticamente il numero delle penalità e sperare di recuperare gli infortunati eccellenti, se si vuole continuare a essere protagonisti.
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