L’auspicio è che con il 2011 si sia chiuso in maniera definitiva il breve ciclo di Raheem Morris alla guida dei Bucs, triennio che in futuro verrà ricordato più che altro per le tante rovinose sconfitte che hanno persino consentito di ritoccare record negativi che resistevano da oltre vent’anni… anyway, Morris o non Morris, have a nice 2012!
sabato 31 dicembre 2011
Happy New Year!
Si avvicina il nuovo anno e la speranza, per tutti noi che amiamo questi colori, è quella di vedere nel 2012 non soltanto qualche vittoria in più da parte dei "nostri" Bucanieri, ma soprattutto parecchie facce nuove in quel di Tampa, sia sul rettangolo di gioco che - in particolare - sulla sideline.
L’auspicio è che con il 2011 si sia chiuso in maniera definitiva il breve ciclo di Raheem Morris alla guida dei Bucs, triennio che in futuro verrà ricordato più che altro per le tante rovinose sconfitte che hanno persino consentito di ritoccare record negativi che resistevano da oltre vent’anni… anyway, Morris o non Morris, have a nice 2012!
L’auspicio è che con il 2011 si sia chiuso in maniera definitiva il breve ciclo di Raheem Morris alla guida dei Bucs, triennio che in futuro verrà ricordato più che altro per le tante rovinose sconfitte che hanno persino consentito di ritoccare record negativi che resistevano da oltre vent’anni… anyway, Morris o non Morris, have a nice 2012!
giovedì 29 dicembre 2011
"Black Monday" is coming...
Arriverà il 2 gennaio, all'indomani dell'ultima giornata di regular season, il cosiddetto “Black Monday”, tanto atteso da buona parte della tifoseria NFL. Si tratta infatti del giorno in cui verranno diramati i comunicati ufficiali da parte di quelle franchigie che intendono cambiare guida tecnica, e mediante i quali verranno ringraziati per il lavoro svolto e contestualmente sollevati dall'incarico numerosi allenatori NFL.
E tra essi dovrebbe proprio esserci anche il “nostro” (ancora per poco, speriamo) Raheem Morris, che si accinge a chiudere nel peggiore dei modi il suo triennio da Head Coach dei Tampa Bay Buccaneers. Il record finale di questa stagione sarà infatti un probabilissimo 4-12, con dieci (dicasi: d-i-e-c-i-!) sconfitte consecutive molte delle quali veri e propri “massacri”, e sarà sufficiente subire 25 punti ad Atlanta per battere un record negativo di franchigia, quello del maggior numero di punti subiti nel corso di una singola stagione (risalente al 1986).
Non male, considerato che Morris è anche il Defensive Coordinator di questa squadra. E per riuscire a battere record negativi che risalivano agli anni “arancioni”, beh, vuol dire che peggio di così proprio non si poteva fare.
Eppure c'è chi ancora difende Raheem; le esternazioni più recenti a suo favore provengono da Ronde Barber, ultimo di una lunga serie di giocatori ad avere perso una buona occasione per tacere, non essendo ormai più difendibile in alcun modo l'operato del peggior HC (e DC) dell'intera NFL.
E Morris sbaglia, a mio avviso, anche nel continuare a ripetere col sorriso sulle labbra che lui non si licenzierebbe mai; si sbaglia perché il suo operato è sotto gli occhi di tutti, perché nonostante il discreto materiale umano a sua disposizione la sua squadra assomiglia sempre più a una truppa allo sbando, e si sbaglia infine perché un HC/DC incapace perfino di motivare i suoi uomini affinché perdano solo le partite e non anche la faccia, dovrebbe prendere finalmente atto della realtà.
Se proprio non intende dimettersi - che è poi l'unica cosa sensata che Morris avrebbe dovuto fare ormai da parecchio tempo - quantomeno il buon Raheem farebbe bene ad avere il buon gusto di tacere. Tra l'altro, queste continue manifestazioni di supporto e di fiducia a suo favore da parte dei giocatori, costituiscono delle “aggravanti”, e anche di un certo peso. Infatti, se Morris ha combinato tutti questi disastri con l'appoggio della squadra, è meglio non pensare a cosa avremmo potuto assistere se il team gli avesse invece remato contro...
Goodbye, Morris... |
Non male, considerato che Morris è anche il Defensive Coordinator di questa squadra. E per riuscire a battere record negativi che risalivano agli anni “arancioni”, beh, vuol dire che peggio di così proprio non si poteva fare.
Eppure c'è chi ancora difende Raheem; le esternazioni più recenti a suo favore provengono da Ronde Barber, ultimo di una lunga serie di giocatori ad avere perso una buona occasione per tacere, non essendo ormai più difendibile in alcun modo l'operato del peggior HC (e DC) dell'intera NFL.
E Morris sbaglia, a mio avviso, anche nel continuare a ripetere col sorriso sulle labbra che lui non si licenzierebbe mai; si sbaglia perché il suo operato è sotto gli occhi di tutti, perché nonostante il discreto materiale umano a sua disposizione la sua squadra assomiglia sempre più a una truppa allo sbando, e si sbaglia infine perché un HC/DC incapace perfino di motivare i suoi uomini affinché perdano solo le partite e non anche la faccia, dovrebbe prendere finalmente atto della realtà.
Se proprio non intende dimettersi - che è poi l'unica cosa sensata che Morris avrebbe dovuto fare ormai da parecchio tempo - quantomeno il buon Raheem farebbe bene ad avere il buon gusto di tacere. Tra l'altro, queste continue manifestazioni di supporto e di fiducia a suo favore da parte dei giocatori, costituiscono delle “aggravanti”, e anche di un certo peso. Infatti, se Morris ha combinato tutti questi disastri con l'appoggio della squadra, è meglio non pensare a cosa avremmo potuto assistere se il team gli avesse invece remato contro...
mercoledì 28 dicembre 2011
Davin Joseph convocato al Pro Bowl
Tra i convocati al Pro Bowl, che si disputerà il 29 gennaio all’Aloha Stadium di Honolulu, figura anche – incredibile ma vero! – un giocatore dei Tampa Bay Buccaneers. Si tratta della RG Davin Joseph, che insieme a due giocatori dei Saints, Evans e Nicks, comporrà il trio di Guardie chiamate per la NFC.
Il Pro Bowl è un partita dal fascino modesto, in pratica una amichevole di fine stagione, che tra l’altro si giocherà la settimana prima del Super Bowl dunque senza alcuni dei migliori protagonisti. Ad ogni modo credo sia comunque una bella soddisfazione per un giocatore essere chiamato a disputare questo “all-star game”, e dunque complimenti a Davin Joseph, che forse non si aspettava nemmeno lui di essere convocato, stando alle sue dichiarazioni dal sito ufficiale dei Bucs:
“It comes as a surprise,” said Joseph. “Up front, we’ve been working hard all year, just challenging each other, from Game One to Game 16. It wasn’t anything I really expected. We’ve all been playing good up front, and this is just a great representation of the group of guys I play with. I wouldn’t be here without them. I want to say thank you to God, number one, and of course thank you to my teammates and coaches, and everybody that has helped me this season.”
Il Pro Bowl è un partita dal fascino modesto, in pratica una amichevole di fine stagione, che tra l’altro si giocherà la settimana prima del Super Bowl dunque senza alcuni dei migliori protagonisti. Ad ogni modo credo sia comunque una bella soddisfazione per un giocatore essere chiamato a disputare questo “all-star game”, e dunque complimenti a Davin Joseph, che forse non si aspettava nemmeno lui di essere convocato, stando alle sue dichiarazioni dal sito ufficiale dei Bucs:
“It comes as a surprise,” said Joseph. “Up front, we’ve been working hard all year, just challenging each other, from Game One to Game 16. It wasn’t anything I really expected. We’ve all been playing good up front, and this is just a great representation of the group of guys I play with. I wouldn’t be here without them. I want to say thank you to God, number one, and of course thank you to my teammates and coaches, and everybody that has helped me this season.”
lunedì 26 dicembre 2011
Ronde Barber, il Bucaniere numero uno!
Con la partita di domenica prossima ad Atlanta, che potrebbe anche essere l’ultima della sua luminosa carriera, il CB Ronde Barber diventerà il giocatore dei Bucs ad avere disputato il maggior numero di match con la maglia di Tampa Bay: ben 225!
Attualmente Barber detiene a pari merito con un’altra leggenda - Derrick Brooks - il record di presenze a quota 224, ma tra sette giorni sarà proprio Ronde a diventare il Bucaniere numero uno di ogni epoca. Sono trascorsi quasi 15 anni dal 1997, quando Barber venne scelto da Tony Dungy al terzo giro del draft, dai Virginia Cavaliers.
Attualmente Barber detiene a pari merito con un’altra leggenda - Derrick Brooks - il record di presenze a quota 224, ma tra sette giorni sarà proprio Ronde a diventare il Bucaniere numero uno di ogni epoca. Sono trascorsi quasi 15 anni dal 1997, quando Barber venne scelto da Tony Dungy al terzo giro del draft, dai Virginia Cavaliers.
Il primo anno non fu semplice per Ronde, che giocò solamente una partita. Ma le cose cambiarono radicalmente a partire dalla stagione successiva, tanto che dal 1998 ad oggi – incredibile ma vero! – Ronde Barber non ha più saltato una sola partita!
Ronde detiene tantissimi record, non solo per quel che riguarda i Bucs ma anche a livello NFL, dove è il CB con più sack combinati ad intercetti. Per 5 volte convocato al Pro Bowl, tra i protagonisti del Super Bowl vinto dai Bucs a San Diego nel gennaio 2003, di Ronde Barber i tifosi di Tampa Bay credo ricorderanno per sempre una celebre giocata, che spalancò ai Bucs le porte del paradiso: l’intercetto da 92 yards ai danni di McNabb riportato in endzone a tre minuti dalla fine nella finale di Conference tra Eagles e Bucs giocata a Philadelphia, con Tampa Bay che sovvertendo il pronostico sfavorevole espugnò un campo tradizionalmente avverso, volando così a San Diego a vincere il Super Bowl n.XXXVII.Barber entrerà a far parte non solo del Ring of Honor dei Bucs ma quasi certamente anche della Hall of Fame di Canton; la sua eccezionale carriera sul campo ma anche il suo irreprensibile comportamento fuori dal rettangolo di gioco (aspetto questo non così scontato tra i giocatori di football...), lasciano pochi dubbi a questo proposito.
Numero 20 sulle spalle, numero 1 per tutto il resto. Ronde Barber, una leggenda in Red & Pewter!
sabato 24 dicembre 2011
American horror story
Il titolo di questo post (nonché di una famosa serie TV made in USA) riassume in maniera concisa quanto efficace la terribile stagione 2011 dei Tampa Bay Buccaneers. Una stagione che è stata un vero e proprio museo degli orrori, in cui tutto quello che poteva andare male…è andato persino peggio e che per fortuna volge ormai al termine. Ancora un’ultima sconfitta domenica prossima ad Atlanta e poi la stagione 2011 sarà in archivio.
L’ennesimo massacro dei derelitti Bucs (48-16 il risultato finale per i Panthers) ha ricalcato il solito copione. Difesa di Tampa Bay del tutto incapace a difendere tanto sul gioco di corsa (270 a 59 le yards guadagnate su corsa rispettivamente da Carolina e Tampa Bay!) che sui passaggi (3 TD pass per Newton, panchinato misericordiosamente da Rivera nell’ultimo quarto). Ed attacco pasticcione e impreciso, che anche oggi ha regalato ben 4 possessi (a zero) agli avversari, a partire dal fumble di Blount nel primo gioco della partita dell’attacco dei Bucs.
Ormai assistere ad un match di Tampa Bay anziché un piacere è diventato un vero e proprio supplizio, dall’esito scontatissimo. Contro chiunque si giochi, l'esito finale sarà comunque di tanto (gli avversari) a poco (i Bucs). E Tampa Bay si dimostrerà generosa con qualsiasi squadra, regalando possessi con fumble e intercetti, oltre che fare omaggio di tantissime yards con penalità di ogni tipo.
Come detto, bisognerà aspettare ancora una settimana dopodiché – una volta chiuso il 2011 con un “brillante” record di 4-12 e ben dieci sconfitte consecutive! - ci sarà solamente da attendere il comunicato ufficiale della Proprietà con cui verranno sollevati dall’incarico gli incapaci che attualmente dirigono le operazioni dalla sideline.
Nel frattempo, che si vergognino – e molto – tutti coloro che hanno disonorato la nostra maglia in questi ultimi due mesi, a partire dal coaching staff mai una volta in grado di trovare le contromosse per salvare quantomeno la faccia, passando per i giocatori il cui impegno sul terreno di gioco è pari allo zero assoluto, per chiudere con la Proprietà che sino ad ora mi pare abbia brillato unicamente per l’assordante silenzio con cui ha passivamente accompagnato i Bucs nel burrone in cui sono sprofondati…
L’ennesimo massacro dei derelitti Bucs (48-16 il risultato finale per i Panthers) ha ricalcato il solito copione. Difesa di Tampa Bay del tutto incapace a difendere tanto sul gioco di corsa (270 a 59 le yards guadagnate su corsa rispettivamente da Carolina e Tampa Bay!) che sui passaggi (3 TD pass per Newton, panchinato misericordiosamente da Rivera nell’ultimo quarto). Ed attacco pasticcione e impreciso, che anche oggi ha regalato ben 4 possessi (a zero) agli avversari, a partire dal fumble di Blount nel primo gioco della partita dell’attacco dei Bucs.
LaFell brucia Biggers e segna un TD da 91 yards |
Come detto, bisognerà aspettare ancora una settimana dopodiché – una volta chiuso il 2011 con un “brillante” record di 4-12 e ben dieci sconfitte consecutive! - ci sarà solamente da attendere il comunicato ufficiale della Proprietà con cui verranno sollevati dall’incarico gli incapaci che attualmente dirigono le operazioni dalla sideline.
Nel frattempo, che si vergognino – e molto – tutti coloro che hanno disonorato la nostra maglia in questi ultimi due mesi, a partire dal coaching staff mai una volta in grado di trovare le contromosse per salvare quantomeno la faccia, passando per i giocatori il cui impegno sul terreno di gioco è pari allo zero assoluto, per chiudere con la Proprietà che sino ad ora mi pare abbia brillato unicamente per l’assordante silenzio con cui ha passivamente accompagnato i Bucs nel burrone in cui sono sprofondati…
venerdì 23 dicembre 2011
Happy Holidays!
I Bucs si avviano a giocare (meglio: a perdere...) le ultime due partite di questa disgraziata regular season 2011, ed il morale di noi che amiamo il Red & Pewter è indubbiamente molto basso... meno male che a risollevarlo (il morale) però ci pensano loro, le nostre cheerleaders, indiscusse MVP di questa brutta annata. E quindi, Happy Holidays a tutti Voi da parte mia, ma soprattutto, da parte loro...!
giovedì 22 dicembre 2011
Le cuffie di Mark Dominik
Nel corso della partita di sabato scorso vs Dallas, le telecamere hanno inquadrato il GM dei Bucs, Mark Dominik, che assisteva alla partita dalla tribuna, più precisamente dal box generalmente occupato dagli assistenti allenatori. Ebbene, Dominik che seguiva attentamente il match con l’ausilio di un binocolo, aveva in testa le classiche “cuffie” della Motorola, identiche a quelle che aveva anche Morris sulla sideline.
Su forum e siti d’olltreocaeano si erano diffuse voci di ogni tipo sul perché il GM indossasse simile cuffie durante la partita e soprattutto su che cosa Mark Domink comunicasse, e a chi.
A precisa domanda su che cosa ci faccesse Dominik con le cuffie in testa, Morris prima l’ha messa simpaticamente sul ridere "He actually calls every offensive play and every defensive play,'' Morris quipped. "So under fire is Mark Dominik", per poi chiarire che è in realtà la prassi, che nel corso delle partite il GM segnali a Morris se sia il caso o meno di gettare in campo il fazzoletto rosso per chiamare un challenge, oltre ad aggiornare la sideline sulla situazione infortunati, sia dei Bucs che della squadra avversaria.
Direttamente dal St. Petersburg Times, queste le parole di Morris:
"No, Mark Dominik handles injuries for me on both sides of the ball. (Trainer) Todd (Toriscelli) is able to call up to Mark Dominik and Mark Dominik is able to call down and say, "Raheem, you lost this guy for a series, you lost that guy for a series.' Hey, (Rah), I think Romo is limping.' I wished he had said that but he didn't. Things of that nature.
"He tells me everybody who potentially may be hurt on the other team, what's going on. When (Matt) Schaub got hurt, he was the first person to know at the stadium. He let me know right away. "I don't know if he's coming back.' He ended up coming back and then left after our game. Great.'
Su forum e siti d’olltreocaeano si erano diffuse voci di ogni tipo sul perché il GM indossasse simile cuffie durante la partita e soprattutto su che cosa Mark Domink comunicasse, e a chi.
A precisa domanda su che cosa ci faccesse Dominik con le cuffie in testa, Morris prima l’ha messa simpaticamente sul ridere "He actually calls every offensive play and every defensive play,'' Morris quipped. "So under fire is Mark Dominik", per poi chiarire che è in realtà la prassi, che nel corso delle partite il GM segnali a Morris se sia il caso o meno di gettare in campo il fazzoletto rosso per chiamare un challenge, oltre ad aggiornare la sideline sulla situazione infortunati, sia dei Bucs che della squadra avversaria.
Direttamente dal St. Petersburg Times, queste le parole di Morris:
"No, Mark Dominik handles injuries for me on both sides of the ball. (Trainer) Todd (Toriscelli) is able to call up to Mark Dominik and Mark Dominik is able to call down and say, "Raheem, you lost this guy for a series, you lost that guy for a series.' Hey, (Rah), I think Romo is limping.' I wished he had said that but he didn't. Things of that nature.
"He tells me everybody who potentially may be hurt on the other team, what's going on. When (Matt) Schaub got hurt, he was the first person to know at the stadium. He let me know right away. "I don't know if he's coming back.' He ended up coming back and then left after our game. Great.'
martedì 20 dicembre 2011
Talib in IR, Haye a roster
Movimenti di fine stagione nel roster dei Bucs in vista delle ultime due partite, le trasferte a Carolina e ad Atlanta. E' stato inserito in IR il CB Aqib Talib (hamstring), che ha quindi giocato sabato scorso vs Dallas la sua ultima partita stagionale. Se quella con i Cowboys è stata anche l'ultima partita di football in assoluto per lui lo sapremo a marzo, quando Talib affronterà il processo per tantato omicidio, e nel quale rischia parecchi anni di carcere.
Il posto di Talib è stato preso nel roster dei 53 da una vecchia conoscenza: si tratta del DT Jovan Haye, 29 anni e già per tre stagioni a Tampa Bay (dal 2006 al 2008). Dopo due anni con i Tennessee Titans e una breve permanenza a Detroit, Haye ritorna ai Bucs per queste ultime due partite. Anziché sostituire Talib con un pari ruolo, si è deciso di irrobustire la linea difensiva, visto il già elevato numero di CB a roster. E le prossime partite, con Talib out, serviranno proprio per valutare meglio i vari Lewis, Gaitor, Mack, Biggers, e per cercare di capire se almeno uno tra questi potrà essere chiamato a recitare un ruolo da protagonista l'anno prossimo, visto che i due CB ad oggi titolari - Aqib Talib e Ronde Barber - per motivi diversi (processo per il #25 e pensione per il #20) difficilmente li rivedremo su un campo da football anche nel 2012.
Il posto di Talib è stato preso nel roster dei 53 da una vecchia conoscenza: si tratta del DT Jovan Haye, 29 anni e già per tre stagioni a Tampa Bay (dal 2006 al 2008). Dopo due anni con i Tennessee Titans e una breve permanenza a Detroit, Haye ritorna ai Bucs per queste ultime due partite. Anziché sostituire Talib con un pari ruolo, si è deciso di irrobustire la linea difensiva, visto il già elevato numero di CB a roster. E le prossime partite, con Talib out, serviranno proprio per valutare meglio i vari Lewis, Gaitor, Mack, Biggers, e per cercare di capire se almeno uno tra questi potrà essere chiamato a recitare un ruolo da protagonista l'anno prossimo, visto che i due CB ad oggi titolari - Aqib Talib e Ronde Barber - per motivi diversi (processo per il #25 e pensione per il #20) difficilmente li rivedremo su un campo da football anche nel 2012.
lunedì 19 dicembre 2011
Tampa Bay "anno zero"
Dalla partita di sabato sera vs Dallas è arrivata l'ennesima conferma: questi Tampa Bay Buccaneers sono ad oggi, e di gran lunga, la peggiore tra tutte le squadre NFL. Nel Saturday Night, ad una buona (ma tutto sommato non così travolgente) squadra come i Cowboys è stato sufficiente giocare seriamente solo per mezz'ora, per chiudere la partita già all'intervallo e “gestire” in piena tranquillità il match nei restanti trenta minuti.
Ora, che a Tampa ci si trovi ad affrontare una sorta di “anno zero”, in cui bisogna ricostruire sulle macerie lasciate dai tre anni della scellerata gestione Morris, credo e spero sia evidente a tutti, in particolar modo alla Proprietà. Sarebbe un inutile accanimento insistere con l'attuale Head Coach, così come non risolverebbe alcun problema l'idea, fattasi largo nei giorni scorsi, di confermare Morris come Capo Allenatore e di togliergli unicamente le responsabilità di Defensive Coordinator.
E invece, ancora più di un DC a Tampa c'è proprio bisogno di un nuovo Head Coach, di una figura carismatica e competente, ascoltato e rispettato da assistenti e giocatori. Basta, con “l'amicone” Raheem, che scambia gli mp3 coi suoi “ragazzi” e che (ai bei tempi) saltellava con loro sulla sideline scambiandosi il cinque “di panza”. Basta, con questo inutile “circo” e con questa gestione, aperta e liberale e (teoricamente) suggestiva quanto (da un punto di vista pratico) rivelatasi fallimentare ed improduttiva su tutta la linea.
Che Morris rimanga a gestire le prossime due sconfitte e chiuda pure l'attuale stagione 2011 con il brillante record di 4-12 ed una “losing streak” che arriverà a toccare quota 10. Dopodiché, però, ci sarà bisogno di aria nuova e facce nuove, a partire proprio dalla sideline. Anche perché, se siamo insoddisfatti noi tifosi europei, potete leggere voi stessi nei vari forum in “Red & Pewter” cosa pensano i nostri “fratelli di tifo” di oltreoceano. Chiaramente, confermare Morris & co. vorrebbe dire, tra le altre cose, giocare nel 2012 in un RJS perennemente deserto, e la cifra di 15mila biglietti invenduti come di norma è accaduto quest'anno sarebbe come minimo destinata a raddoppiare.
L'esperimento è fallito, credo dispiaccia a tutti quanti che il progetto di puntare su facce giovani e di belle speranze sia finito così malamente, ma a questo punto anche i Glazer non possono fare altro che prenderne atto. Di allenatori in grado di gestire con un minimo di raziocinio e buon senso il discreto materiale umano che c'è a Tampa ce ne sono molti (il primo nome che mi viene in mente è quello di Jeff Fisher), per cui non si perda inutilmente tempo e si inizi a programmare la stagione 2012.
Scelta di nuovo Head Coach e relativo coaching staff, free agency, draft.... le scadenze importanti non mancano e non sono poi così lontane. Come dicevo, questo è un “anno zero” per i Buccaneers, ma sotto le attuali macerie qualcosa di buono su cui ricostruire c'è sicuramente, l'importante è “scuotersi” - a partire dalla Proprietà – da quella rassegnazione mista a torpore che avvolge Tampa Bay da un po' troppo tempo e che ha riportato i Bucs indietro di vent'anni, quando il principale obiettivo stagionale era quello di evitare (peraltro senza quasi mai riuscirci) la doppia cifra nella casella delle sconfitte...
Ora, che a Tampa ci si trovi ad affrontare una sorta di “anno zero”, in cui bisogna ricostruire sulle macerie lasciate dai tre anni della scellerata gestione Morris, credo e spero sia evidente a tutti, in particolar modo alla Proprietà. Sarebbe un inutile accanimento insistere con l'attuale Head Coach, così come non risolverebbe alcun problema l'idea, fattasi largo nei giorni scorsi, di confermare Morris come Capo Allenatore e di togliergli unicamente le responsabilità di Defensive Coordinator.
E invece, ancora più di un DC a Tampa c'è proprio bisogno di un nuovo Head Coach, di una figura carismatica e competente, ascoltato e rispettato da assistenti e giocatori. Basta, con “l'amicone” Raheem, che scambia gli mp3 coi suoi “ragazzi” e che (ai bei tempi) saltellava con loro sulla sideline scambiandosi il cinque “di panza”. Basta, con questo inutile “circo” e con questa gestione, aperta e liberale e (teoricamente) suggestiva quanto (da un punto di vista pratico) rivelatasi fallimentare ed improduttiva su tutta la linea.
Che Morris rimanga a gestire le prossime due sconfitte e chiuda pure l'attuale stagione 2011 con il brillante record di 4-12 ed una “losing streak” che arriverà a toccare quota 10. Dopodiché, però, ci sarà bisogno di aria nuova e facce nuove, a partire proprio dalla sideline. Anche perché, se siamo insoddisfatti noi tifosi europei, potete leggere voi stessi nei vari forum in “Red & Pewter” cosa pensano i nostri “fratelli di tifo” di oltreoceano. Chiaramente, confermare Morris & co. vorrebbe dire, tra le altre cose, giocare nel 2012 in un RJS perennemente deserto, e la cifra di 15mila biglietti invenduti come di norma è accaduto quest'anno sarebbe come minimo destinata a raddoppiare.
L'esperimento è fallito, credo dispiaccia a tutti quanti che il progetto di puntare su facce giovani e di belle speranze sia finito così malamente, ma a questo punto anche i Glazer non possono fare altro che prenderne atto. Di allenatori in grado di gestire con un minimo di raziocinio e buon senso il discreto materiale umano che c'è a Tampa ce ne sono molti (il primo nome che mi viene in mente è quello di Jeff Fisher), per cui non si perda inutilmente tempo e si inizi a programmare la stagione 2012.
Scelta di nuovo Head Coach e relativo coaching staff, free agency, draft.... le scadenze importanti non mancano e non sono poi così lontane. Come dicevo, questo è un “anno zero” per i Buccaneers, ma sotto le attuali macerie qualcosa di buono su cui ricostruire c'è sicuramente, l'importante è “scuotersi” - a partire dalla Proprietà – da quella rassegnazione mista a torpore che avvolge Tampa Bay da un po' troppo tempo e che ha riportato i Bucs indietro di vent'anni, quando il principale obiettivo stagionale era quello di evitare (peraltro senza quasi mai riuscirci) la doppia cifra nella casella delle sconfitte...
domenica 18 dicembre 2011
I Bucs sanno solo perdere
Dunque, alla fine è andato tutto come da prevedibilissimo pronostico: Dallas che domina in lungo e in largo nel primo tempo, archiviando la pratica Bucs dopo appena 30 minuti di football. 28-0 il parziale dopo i primi due quarti e match già chiuso. Il secondo tempo serve solo per migliorare le statistiche, con Tampa Bay che segna qualche inutile punto senza mai dare la minima impressione di poter in qualche modo riaprire la partita.
Il primo tempo di Tampa Bay è stato qualcosa di profondamente imbarazzante, sembrava la prosecuzione dello scempio a cui avevamo assistito sette giorni prima a Jacksonville. Tra l’altro, al parziale di 0-41 con cui i Bucs avevano chiuso la partita coi Jaguars si è aggiunto quello con cui Tampa Bay ha iniziato il match con Dallas: un gustoso 0-28, per un parziale complessivo di 0-69, roba da non credere...
Barber e Winslow dopo l'ennesimo KO |
Ormai basta un errore per mandare i Bucs fuori dalla partita. A Jacksonville era stato il fumble di Parker su un punt return a dare il via alla rimonta dei Jaguars, con Dallas è bastato il fumble di Freeman nel primo drive per chiudere il match. Dopo quell’errore, ci sono stati 28 punti (a zero) per i Cowboys ed un dominio incontrastato da parte di Romo & co. Sembrava di assistere ad una partita tra professionisti (in maglia bianca) contro dilettanti (in maglia rossa), uno spettacolo davvero penoso.
Ma almeno, in questo primo tempo degli orrori, c'è qualcosa o qualcuno da salvare? No, niente e nessuno. Non la difesa che confermandosi la peggiore dell'intera NFL ha concesso di tutto e di più, non l’attacco con un Freeman incapace di trovare un ricevitore libero e un Blount costretto a guadagni ridottissimi, non la linea offensiva in difficoltà estrema a proteggere il proprio QB e non in grado di aprire varchi per le corse.
Credo poi sia inutile soffermarsi su quanto accaduto nel corso del secondo tempo, dato che ormai la partita era chiusa e Dallas si è limitata a contenere la reazione (peraltro resistibilissima) di Tampa Bay. Da segnalare solamente una bella giocata di Adrian Clayborn, con il DE rookie da Iowa che ha placcato Romo provocando un fumble riportato in endzone dal LB Dekoda Watson, e poi il drive concluso con il TD di Briscoe. Un po’ pochino: "too little, too late", come si dice oltreoceano.
Il "Saturday Night" vs Dallas ha quindi confermato lo stato comatoso in cui versano i Buccaneers. Una squadra ormai incapace di reagire alle avversità e che si consegna agli avversari senza più opporre la benché minima resistenza. Sconfitta consecutiva numero otto in archivio, pronti per allungare la "losing streak" alla doppia cifra, visto che l’esito delle due partite che rimangono per chiudere la stagione (le trasferte a Carolina e ad Atlanta) pare del tutto scontato.
Intanto, stando alla stampa locale, circolano voci a Tampa secondo cui i Glazer parrebbero intenzionati a confermare Morris e a ingaggiare semplicemente un Defensive Coordinator sollevando Raheem solo dal compito di DC. Ovviamente, credo e spero sia solo uno scherzo, peraltro di cattivo gusto. Confermare Morris, no dico, ma siamo impazziti?! Va anche detto però che, con Morris sulla sideline dei Bucs anche nel 2012, i Glazer potrebbero risparmiare oltre che sull'ingaggio di un nuovo Head Coach anche sulle spese dello stadio: per andare a vedere i Bucs allenati ancora da Morris credo sarebbe infatti più che sufficiente un campetto di periferia da 10 mila posti (scarsi...).
sabato 17 dicembre 2011
Saturday night live
Il RJS "by night" |
Intanto, si giocherà in un Raymond James Stadium “sold out”, il che è quasi un evento, dato che generalmente i biglietti invenduti oscillano tra i 15 ed i 20 mila. Chiaramente, il tutto esaurito è dovuto all’importanza di giocare un match che sarà teletrasmesso in diretta nazionale (non a caso l’altro sold out quest’anno è stato il Monday Night vs Indy), e poi si gioca contro Dallas, che è pur sempre l’America’s Team e probabilmente ancora oggi e la squadra con più tifosi in tutti gli States, nonostante siano lontani per i Texani i fasti degli anni ‘70 e ‘90. Dunque, RJS esaurito, ma prepariamoci a vedere sugli spalti molte, moltissime maglie di tifosi con la stella azzurra...
Venendo al match, da segnalare la sicura assenza del WR Arrelious Benn, reduce da una “concussion” e tenuto precauzionalmente a riposo. Al suo posto giocherà Dezmon Briscoe, alla prima partita da starter in carriera. Gli altri giocatori alle prese con infortuni di vario tipo e in (lieve) dubbio per stasera sono il DE Michael Bennett (piede), il DT Brian Price (caviglia) ed il WR Sammie Stroughter (ginocchio).
L’esito della partita pare ampiamente scontato, e - a meno che Dallas non venga in Florida con la testa altrove e convinta di fare una scampagnata - potrebbe essere sufficiente anche solo il primo tempo a Romo & co. per archiviare in scioltezza la pratica Buccaneers.
Poi, ed è il bello del football, tutto può accadere dato che... la palla è ovale! Ma anche se è vero che i Bucs in quest’anno disgraziato hanno spesso giocato bene contro squadre forti (le vittorie vs NO e ATL, la bella partita at GB) e che spesso i Cowboys hanno incredibilmente perso partite che sembravano già vinte (contro le due squadre di New York, vs Detroit), direi che a tutto c’è un limite.
Ad oggi, i Buccaneers sono una squadra alla deriva, reduci dall’umiliazione di Jacksonville, con un coaching staff che ha perso la bussola, e con tanti giocatori giovani e talentuosi quanto incapaci di reagire alle avversità e di dare prova concreta della propria classe.
Settembre 2009, l'ultimo precedente |
Sul fatto che la losing streak dei Bucs questa sera raggiungerà quota 8, dunque, non si accettano scommesse. Ma un conto è perdere anche la faccia, oltre alla partita, e farsi spazzare via senza combattere dagli avversari – come troppo spesso è accaduto quest’anno – altro è invece lottare con il coltello tra i denti fino alla fine, e uscire dal campo a testa alta, al di là di W o L che sia.
Riusciranno i nostri eroi nell’impresa di perdere con dignità? Dopo tre anni di Morris, la cui prima partita da Head Coach fu proprio una sconfitta al RJS vs Dallas, a questo siamo ridotti, a sperare nelle sconfitte onorevoli e a salvare la faccia. Ad ogni modo, qualcosa di positivo c’è: alla fine di questa stagione (ed alla permanenza di Morris sulla sideline dei Bucs) mancano solamente tre partite...!
venerdì 16 dicembre 2011
Morris: ma ci è o ci fa?
Leggendo sul Tampa Truibue alcune dichiarazioni rilasciate ieri da Raheem Morris, credo che una profonda amarezza assalga tutti coloro che hanno a cuore le sorti dei Bucs...
Per esempio, lo sapevate che: “I'm probably the most mentally tough person you could ever be around,'' Morris said. Ecco, basta questa frase per capire come lo scollamento con la realtà sia pressoché totale... ormai l’Head Coach vive in un suo mondo, in cui crede di essere una specie di supereroe, senza rendersi conto che invece è diventato il protagonista fisso delle barzellette aventi ad oggetto l’NFL, e con lui la sua squadra. Nel caso specifico, poi, Morris mi ha ricordato Vieri, quando in una celebre conferenza stampa l'ex centravanti della nazionale di calcio si coprì di ridicolo rivolgendosi ai giornalisti ed affermando che era più uomo lui di tutti quanti gli stessi giornalisti presenti messi insieme...
Ad ogni modo, quali sarebbero le prove concrete di tutta questa “solidità mentale” di cui Morris blatera a sproposito? Avere subìto un ignobile massacro dai Jaguars (il cui effettivo valore è emerso ampiamente nel match di ieri coi Falcons, con Jacksonville spazzata via da Atlanta senza la minima fatica), ed essere arrivati a quota 7 sconfitte consecutive è per caso dimostrazione di “mental toughness”?
A me pare che Morris, che farebbe bene a sghignazzare un po’ meno nel corso delle conferenze stampa visto che da ridere mi pare ci sia proprio pochissimo, in questi ultimi tempi abbia dato prova di tutto tranne di una cosa: di “mental toughness”, appunto, di cui il Nostro si spaccia invece per campione assoluto.
Sempre ieri, Morris ha poi aggiunto "My guys support me through wins, losses … whatever,'' Morris said. Ecco, a me questa pare una confessione clamorosa di incapacità conclamata: ma come, i suoi giocatori lo amano, danno il 101% per lui ed il risultato qual è? Essere asfaltati da chiunque, Jacksonville Jaguars compresi, uno squadrone che nella partita contro i Bucs ha segnato gli stessi punti che di solito impiega almeno tre partite a mettere sul tabellone?!
Se Morris avese un minimo di dignità, avrebbe dovuto dimettersi proprio per le ragioni che lui stesso ha menzionato: se davvero tutta la squadra è con lui e i risultati sono questi, allora c’è poco da fare; e proseguire con questa agonia sarebbe cosa inutile e priva del benché minimo senso.
Il giorno in cui ci libereremo di questo individuo, beh, sarà sempre troppo tardi…
Per esempio, lo sapevate che: “I'm probably the most mentally tough person you could ever be around,'' Morris said. Ecco, basta questa frase per capire come lo scollamento con la realtà sia pressoché totale... ormai l’Head Coach vive in un suo mondo, in cui crede di essere una specie di supereroe, senza rendersi conto che invece è diventato il protagonista fisso delle barzellette aventi ad oggetto l’NFL, e con lui la sua squadra. Nel caso specifico, poi, Morris mi ha ricordato Vieri, quando in una celebre conferenza stampa l'ex centravanti della nazionale di calcio si coprì di ridicolo rivolgendosi ai giornalisti ed affermando che era più uomo lui di tutti quanti gli stessi giornalisti presenti messi insieme...
Ad ogni modo, quali sarebbero le prove concrete di tutta questa “solidità mentale” di cui Morris blatera a sproposito? Avere subìto un ignobile massacro dai Jaguars (il cui effettivo valore è emerso ampiamente nel match di ieri coi Falcons, con Jacksonville spazzata via da Atlanta senza la minima fatica), ed essere arrivati a quota 7 sconfitte consecutive è per caso dimostrazione di “mental toughness”?
A me pare che Morris, che farebbe bene a sghignazzare un po’ meno nel corso delle conferenze stampa visto che da ridere mi pare ci sia proprio pochissimo, in questi ultimi tempi abbia dato prova di tutto tranne di una cosa: di “mental toughness”, appunto, di cui il Nostro si spaccia invece per campione assoluto.
Sempre ieri, Morris ha poi aggiunto "My guys support me through wins, losses … whatever,'' Morris said. Ecco, a me questa pare una confessione clamorosa di incapacità conclamata: ma come, i suoi giocatori lo amano, danno il 101% per lui ed il risultato qual è? Essere asfaltati da chiunque, Jacksonville Jaguars compresi, uno squadrone che nella partita contro i Bucs ha segnato gli stessi punti che di solito impiega almeno tre partite a mettere sul tabellone?!
Se Morris avese un minimo di dignità, avrebbe dovuto dimettersi proprio per le ragioni che lui stesso ha menzionato: se davvero tutta la squadra è con lui e i risultati sono questi, allora c’è poco da fare; e proseguire con questa agonia sarebbe cosa inutile e priva del benché minimo senso.
Il giorno in cui ci libereremo di questo individuo, beh, sarà sempre troppo tardi…
giovedì 15 dicembre 2011
John Clayton (ESPN): Morris è stato ad un passo dall’esonero
John Clayton (ESPN) ha affermato su Twitter che lunedì scorso, dopo la disastrosa sconfitta di Jacksonville, Morris è stato ad un passo dal venire esonerato. Pare che il mancato allontanamento di Raheem sia dipeso dalla mancanza di un valido sostituto in grado di prenderne “ad interim” il posto, non ritenendosi Greg Olson, di fatto il principale collaboratore di Morris vista anche l'assenza di un Defensive Coordinator, all'altezza della situazione.
Se quanto affermato da Clayton corrisponde a realtà, i giorni di Morris a Tampa sono comunque segnati. Il che mi pare una ottima notizia; ancora tre partite (o meglio, tre sconfitte), e poi si cambierà pagina, sperando che con la nuova guida tecnica possa iniziare un periodo per così dire di “rinascita” per i nostri colori. Ad ogni modo, chiunque sarà il nuovo Head Coach direi che ha già un buon punto di partenza: fare peggio di Morris credo sia infatti praticamente impossibile…
mercoledì 14 dicembre 2011
Anche Winslow si schiera con Raheem
Gli avvocati d’ufficio davvero non mancano, a Raheem Morris. Questa volta è Kellen Winslow a prendere la parola per difendere l'allenatore di Tampa Bay; il TE #82 ha infatti dichiarato – ma che novità! – che sarebbe un grave errore esonerare l’attuale Head Coach e che i Bucs giocheranno per Morris (il quale Morris farebbe bene a toccare ferro, visto come è finita a Jacksonville dopo che l’intera squadra si era schierata al suo fianco urlando ai quattro venti che avrebbe giocato al massimo proprio per salvargli la panchina!).
Queste, comunque, le parole di “The Soldja” in versione "avvocato difensore": “We can’t have anything happen to (Morris)—it would ruin the team,” Winslow said. “Rah is the heart and soul of this team. If something were to happen to him our hearts (would) be broken. We’re playing for him.”
Ecco, io invece la penso esattamente al contrario di Winslow e credo che la conferma di Morris sarebbe una sventura per questa squadra. Occorre un Head Coach dall’approccio meno “friendly” coi giocatori e soprattutto in grado di tirare fuori tutto il talento (che non è così poco come sembrerebbe dai risultati) di cui i Bucs sono comunque dotati. Ed in grado di riaccendere l’entusiasmo tra i tifosi di Tampa, che se invece rimanesse Morris, beh... diciamo che non farebbero esattamente la corsa a rinnovare gli abbonamenti e a comprare i biglietti per gremire il Raymond James Stadium la prossima stagione...
Intanto emergono, a qualche mese di distanza, alcuni retroscena sul caso Talib. Ricorderete che nella scorsa offseason il CB dei Bucs rimase coinvolto in una brutta storia, per la quale nel prossimo mese di marzo dovrà affrontare un processo che potrebbe costargli parecchi anni di carcere. L’accusa è infatti molto grave, ossia quella di avere esploso alcuni colpi di pistola nei confronti del compagno della sorella, per fortuna mancandolo... ebbene, pare che il GM Dominik volesse tagliare Talib in netto disaccordo con Morris, che alla fine di questa “diatriba” riuscì a far prevalere la propria posizione trattenendo il CB a roster.
Jason Cole, di yahoo sports, riporta a questo proposito il parere di un giocatore dei Bucs, circa la gestione dell’affare Talib da parte dell’Head Coach dei Bucs: “Wrong message,” a Bucs player told Cole. “Raheem believes he can get through to anybody and he can, to an extent. Guys do listen to him. But sometimes they have to see that you’re going to back it up . . . [Talib] is a huge talent, but you have to know there are certain guys who are impossible to get through to.”
martedì 13 dicembre 2011
Esonerare Morris: se non ora, quando?
Quello di ieri è stato un vero e proprio “black monday” per gli allenatori NFL, con due panchine saltate – KC e Miami – nonostante manchino solamente tre partite alla fine della stagione. Evidentemente i proprietari di queste due franchigie erano stanchi delle sconfitte delle loro squadre e non hanno atteso il termine del campionato per voltare pagina. E a Tampa Bay, allora, dove si perde ininterrottamente da due mesi? No, a Tampa Bay non accade nulla; evidentemente i Glazer hanno molta, moltissima pazienza, forse anche troppa....
Io, fossi il proprietario dei Bucs, avrei cacciato Morris subito dopo averlo sentito inanellare una sciocchezza dietro l'altra nel corso della conferenza stampa del lunedì. Nel corso della quale quel geniaccio (incompreso) di Raheem anziché fare una seria autocritica per l'immondo spettacolo offerto a Jacksonville, ha dato il solito spettacolo con le sue ormai classiche “fanfaronate” (“pronti a battere Dallas...”), e per chiudere ha testualmente affermato che delle critiche di tifosi e stampa se ne infischia, dato che le uniche che semmai gli interessano sono quelle che provengono da persone i cui cognomi iniziano per “D” e per “G”....
A parte che un'affermazione così stupida dà in maniera inequivocabile la patente del cretino a chi la pronuncia, Morris si riferiva al GM Dominik e ai proprietari Glazer, i cui cognomi iniziano appunto con le sopracitate lettere dell'alfabeto e che evidentemente l'attuale HC dei Bucs ritiene siano gli unici autorizzati a contestare il suo splendido lavoro sin qui svolto....ecco, dopo l'ennesimo show di questo fenomeno (da baraccone), che se avesse avuto un minimo di dignità e di orgoglio avrebbe rassegnato dimissioni irrevocabili subito dopo la disfatta coi Jaguars, mi chiedo che aspettino i Glazer a liberarsi di questo individuo che ha ormai perso ogni contatto con la realtà, e che con le sue assurde dichiarazioni non fa altro che coprire ridicolo la squadra che allena.
C'è decisamente bisogno di aria nuova, a Tampa, ma immediatamente: è proprio necessario aspettare ancora tre settimane...?
Io, fossi il proprietario dei Bucs, avrei cacciato Morris subito dopo averlo sentito inanellare una sciocchezza dietro l'altra nel corso della conferenza stampa del lunedì. Nel corso della quale quel geniaccio (incompreso) di Raheem anziché fare una seria autocritica per l'immondo spettacolo offerto a Jacksonville, ha dato il solito spettacolo con le sue ormai classiche “fanfaronate” (“pronti a battere Dallas...”), e per chiudere ha testualmente affermato che delle critiche di tifosi e stampa se ne infischia, dato che le uniche che semmai gli interessano sono quelle che provengono da persone i cui cognomi iniziano per “D” e per “G”....
A parte che un'affermazione così stupida dà in maniera inequivocabile la patente del cretino a chi la pronuncia, Morris si riferiva al GM Dominik e ai proprietari Glazer, i cui cognomi iniziano appunto con le sopracitate lettere dell'alfabeto e che evidentemente l'attuale HC dei Bucs ritiene siano gli unici autorizzati a contestare il suo splendido lavoro sin qui svolto....ecco, dopo l'ennesimo show di questo fenomeno (da baraccone), che se avesse avuto un minimo di dignità e di orgoglio avrebbe rassegnato dimissioni irrevocabili subito dopo la disfatta coi Jaguars, mi chiedo che aspettino i Glazer a liberarsi di questo individuo che ha ormai perso ogni contatto con la realtà, e che con le sue assurde dichiarazioni non fa altro che coprire ridicolo la squadra che allena.
C'è decisamente bisogno di aria nuova, a Tampa, ma immediatamente: è proprio necessario aspettare ancora tre settimane...?
lunedì 12 dicembre 2011
La disfatta
Nel disastroso massacro di Jacksonville mi pare si possano ritrovare un po' tutti gli elementi che hanno caratterizzato questa orribile stagione dei Bucs. Penalità, errori stupidi, fumble, intercetti, occasioni sprecate, l'impressione di potercela fare che – nel corso del match – si tramuta invece nella rara capacità di rivitalizzare avversari dati per morti... insomma, anche ieri sempre la solita storia.
Al peggio, evidentemente, non c'è mai fine. Sembrava impossibile riuscire ad andare oltre a quanto visto nelle imbarazzanti prestazioni casalinghe contro Houston e Carolina e invece i ragazzi di Morris sono riusciti a superarsi, arricchendo quel film dell'orrore che è la stagione 2011 di un ennesimo capitolo.
E dire che ieri le cose, nel primo quarto, sembravano mettersi per il verso giusto. Trovando – prima volta quest'anno – il TD nel primo possesso, limitando bene Jones-Drew e annullando Gabbert, e poi trovando il TD del 14-0 con uno scramble di Freeman...e invece, come non detto. E' bastato un quarto - il secondo - a Jacksonville per segnare 28 punti e chiudere la partita. Nel secondo tempo, altri due TD per i Jaguars e Bucs non pervenuti; solamente errori su errori, penalità, palle perse oltre ad una mancanza di concentrazione, un pressapochismo ed un atteggiamento di sufficienza davvero irritanti.
Con Raheem Morris che se ne stava lì sulla sideline, in evidente stato di shock, braccia conserte e sguardo perso nel nulla, capace solo di comunicare tensione e nervosismo alla truppa, alla quale ormai da tempo – quella di ieri è stata solo l'ennesima conferma – l'attuale head coach non riesce a trasmettere più nulla. Né cattiveria, né capacità di reazione, ed è davvero uno spettacolo triste vedere questo ragazzo di 35 anni che ormai non ha più la minima idea di che cosa inventarsi per uscire da queste sabbie mobili, alle prese con qualcosa – la gestione di un team professionistico di football – che è evidentemente al di sopra delle sue capacità.
Reagisse, almeno, prendesse a calci qualcuno o qualcosa, si levasse quelle inutili cuffie dalle orecchie e le gettasse a terra con rabbia.... forse non servirebbe a nulla, ma almeno darebbe un segno di vita e potrebbe dare se non altro una minima scossa ad una truppa che, senza nessuno che la guidi, è ormai allo sbando.
Così come nel calcio nostrano è segno di esonero imminente, quando i giocatori dopo un gol vanno ad abbracciare l'allenatore la cui panchina traballa, così le parole pro-Morris spese la scorsa settimana dai vari Price, Hayward, Miller, Briscoe & co. appaiono oggi più che mai come un epitaffio... infatti, se nonostante l'appoggio incondizionato (a chiacchiere) da parte della squadra, i risultati sono questi, beh, è evidente che c'è qualcosa, di molto grave, che non funziona proprio a livello di coaching staff e che urgono soluzioni drastiche.
Fermo restando che - acclarate le gravi colpe di Morris - coloro che scendono in campo, dopo questa ennesima disastrosa prestazione, farebbero bene a vergognarsi (tutti quanti, nessuno escluso) e anche molto per come, da mesi a questa parte, stanno "calpestando" la maglia che indossano. L'esperimento Morris – coach giovane, amico dei giocatori, quasi un fratello maggiore più che un Capo – è dunque ufficialmente fallito. Si torni all'Head Coach modello sergente di ferro/domatore di leoni, con frusta incorporata. Questi pagliacci che da mesi stanno disonorando i nostri colori direi che non meritano altro.
Ora la parola passa ai Glazer, poiché dubito che Morris decida di dimettersi, anche se questa sarebbe la scelta giusta da parte sua; forse, così facendo, Morris riuscirebbe davvero – per una volta! - a scuotere dal torpore in cui è caduta una squadra che ormai aspetta serenamente la domenica in attesa di sacrificarsi all'avversario di turno, senza nemmeno opporre troppa resistenza... Sul fatto che Morris non sia più ripresentabile, credo che nemmeno la Proprietà possa avere dubbi, al di là di quale sarà l'entità delle prossime tre (inevitabili) sconfitte nelle restanti partite di campionato.
Occorre cambiare molto – direi quasi tutto – a livello di coaching staff, intervenire seriamente nella free agency (magari portando a Tampa qualcosina di più che non un punter...), e operare bene nel prossimo draft, puntando alla ricostruzione di quei due reparti (CB e LB) che più di ogni altro necessitano di forze fresche e talento. Anche perché, cara famiglia Glazer, se non dovessero bastare dieci sconfitte consecutive per cambiare finalmente qualcosa... allora quando?!
Al peggio, evidentemente, non c'è mai fine. Sembrava impossibile riuscire ad andare oltre a quanto visto nelle imbarazzanti prestazioni casalinghe contro Houston e Carolina e invece i ragazzi di Morris sono riusciti a superarsi, arricchendo quel film dell'orrore che è la stagione 2011 di un ennesimo capitolo.
E dire che ieri le cose, nel primo quarto, sembravano mettersi per il verso giusto. Trovando – prima volta quest'anno – il TD nel primo possesso, limitando bene Jones-Drew e annullando Gabbert, e poi trovando il TD del 14-0 con uno scramble di Freeman...e invece, come non detto. E' bastato un quarto - il secondo - a Jacksonville per segnare 28 punti e chiudere la partita. Nel secondo tempo, altri due TD per i Jaguars e Bucs non pervenuti; solamente errori su errori, penalità, palle perse oltre ad una mancanza di concentrazione, un pressapochismo ed un atteggiamento di sufficienza davvero irritanti.
Con Raheem Morris che se ne stava lì sulla sideline, in evidente stato di shock, braccia conserte e sguardo perso nel nulla, capace solo di comunicare tensione e nervosismo alla truppa, alla quale ormai da tempo – quella di ieri è stata solo l'ennesima conferma – l'attuale head coach non riesce a trasmettere più nulla. Né cattiveria, né capacità di reazione, ed è davvero uno spettacolo triste vedere questo ragazzo di 35 anni che ormai non ha più la minima idea di che cosa inventarsi per uscire da queste sabbie mobili, alle prese con qualcosa – la gestione di un team professionistico di football – che è evidentemente al di sopra delle sue capacità.
Reagisse, almeno, prendesse a calci qualcuno o qualcosa, si levasse quelle inutili cuffie dalle orecchie e le gettasse a terra con rabbia.... forse non servirebbe a nulla, ma almeno darebbe un segno di vita e potrebbe dare se non altro una minima scossa ad una truppa che, senza nessuno che la guidi, è ormai allo sbando.
Così come nel calcio nostrano è segno di esonero imminente, quando i giocatori dopo un gol vanno ad abbracciare l'allenatore la cui panchina traballa, così le parole pro-Morris spese la scorsa settimana dai vari Price, Hayward, Miller, Briscoe & co. appaiono oggi più che mai come un epitaffio... infatti, se nonostante l'appoggio incondizionato (a chiacchiere) da parte della squadra, i risultati sono questi, beh, è evidente che c'è qualcosa, di molto grave, che non funziona proprio a livello di coaching staff e che urgono soluzioni drastiche.
Fermo restando che - acclarate le gravi colpe di Morris - coloro che scendono in campo, dopo questa ennesima disastrosa prestazione, farebbero bene a vergognarsi (tutti quanti, nessuno escluso) e anche molto per come, da mesi a questa parte, stanno "calpestando" la maglia che indossano. L'esperimento Morris – coach giovane, amico dei giocatori, quasi un fratello maggiore più che un Capo – è dunque ufficialmente fallito. Si torni all'Head Coach modello sergente di ferro/domatore di leoni, con frusta incorporata. Questi pagliacci che da mesi stanno disonorando i nostri colori direi che non meritano altro.
Ora la parola passa ai Glazer, poiché dubito che Morris decida di dimettersi, anche se questa sarebbe la scelta giusta da parte sua; forse, così facendo, Morris riuscirebbe davvero – per una volta! - a scuotere dal torpore in cui è caduta una squadra che ormai aspetta serenamente la domenica in attesa di sacrificarsi all'avversario di turno, senza nemmeno opporre troppa resistenza... Sul fatto che Morris non sia più ripresentabile, credo che nemmeno la Proprietà possa avere dubbi, al di là di quale sarà l'entità delle prossime tre (inevitabili) sconfitte nelle restanti partite di campionato.
Occorre cambiare molto – direi quasi tutto – a livello di coaching staff, intervenire seriamente nella free agency (magari portando a Tampa qualcosina di più che non un punter...), e operare bene nel prossimo draft, puntando alla ricostruzione di quei due reparti (CB e LB) che più di ogni altro necessitano di forze fresche e talento. Anche perché, cara famiglia Glazer, se non dovessero bastare dieci sconfitte consecutive per cambiare finalmente qualcosa... allora quando?!
domenica 11 dicembre 2011
Un Bucaniere al Pro Bowl?
Nella sin qui orribile stagione 2011 dei Tampa Bay Buccaneers, spiccano i numeri del kicker Connor Barth, praticamente una macchina quasi infallibile: solo 2 errori su 26 tentativi, con una percentuale del 92,3 che lo pone al secondo posto nella graduatoria dei K, dietro alla nostra vecchia conoscenza Matt Bryant, oggi ad Atlanta dopo i tanti anni trascorsi in Florida proprio in maglia Bucs.
Tra i calci messi tra i pali da Barth ce ne sono parecchi anche da oltre le 40 yards (11 realizzati su 12 tentati), ed in questa particolare graduatoria è proprio il numero 10 dei Bucs a guardare dall’alto in basso tutti gli altri kicker NFL.
Il record di FG segnati dai Bucs in una stagione è detenuto da Martin Gramatica (32, nell’anno del Super Bowl vinto) e sembra essere alla portata di Barth, a cui ne mancano solamente 6 - con ancora 4 partite da giocare - per uguagliare il kicker argentino.
Le cifre accumulate da Barth ne fanno quindi un degno candidato a ricoprire il ruolo di kicker al Pro Bowl per la NFC, dove ovviamente sarebbe l’unico Bucaniere presente, vista l’annata assai deludente da parte di praticamente tutti i suoi compagni di squadra.
In quanto al contratto di Barth, leggevo su Rotoworld che il suo è un annuale in scadenza al termine di questa stagione. Inutile dire che rifirmarlo sarà una priorità per Dominik, anche perché vista l’enorme difficoltà che hanno i Bucs ad entrare in endzone, diventa ancora più importante poter contare su un kicker preciso ed affidabile. E considerato che il GM dei Bucs si è dimostrato molto generoso con il punter Koenen, firmato nella scorsa off-season per qualcosa come 19,5 milioni di dollari per 6 anni (follia pura, imho…), presumo che anche Connor Barth potrà cercare di ottenere un buon contrattino, magari a cifre non troppo diverse da quelle del punter di Tampa Bay, nonché attuale holder proprio in occasione dei calci di Barth.
sabato 10 dicembre 2011
Freeman recupera, Talib no, Haynesworth in forse
Si sta chiarendo la situazione degli infortunati in casa Bucs, in vista della partita di domani a Jacksonville, probabilmente l’ultimo match che Tampa Bay può avere la possibilità di vincere nel corso di questa stagione visto l’avversario non esattamente di primo livello.
Josh Freeman, dopo avere saltato il match vs Carolina, pare avere quasi risolto del tutto i problemi alla spalla e dovrebbe quindi essere il QB starter. Sicuramente out, invece, il CB Aqib Talib infortunatosi domenica scorsa e fuori anche per il match di domani; incerta la presenza di Albert Haynesworth, alle prese con problemi ad un ginocchio. Stagione conclusa per il DE Tim Crowder, inserito in IR, il cui posto nel roster è stato preso dalla safety rookie Ahamd Black visto anche l’infortunio che ha colpito un’altra safety, Larry Asante, anch’egli out per il match coi Jaguars.
Passando agli spunti tecnici che la partita potrà offrire, sarà interessante vedere la difesa di Tampa Bay all’opera nel tentativo (che si rivelerà vano, temo…) di limitare il RB dei Jaguars, Maurice Jones-Drew, attuale leader tra i RB dell’intera NFL con 1.337 yards corse. Riusciranno i nostri eroi a tenere Jones-Drew al di sotto delle 200 yards? Perché le 100 yards, visto come sta difendendo Tampa Bay quest’anno sul running game avversario, il RB dei Jaguars le avrà probabilmente superate a metà del primo tempo…..ahinoi!
Josh Freeman, dopo avere saltato il match vs Carolina, pare avere quasi risolto del tutto i problemi alla spalla e dovrebbe quindi essere il QB starter. Sicuramente out, invece, il CB Aqib Talib infortunatosi domenica scorsa e fuori anche per il match di domani; incerta la presenza di Albert Haynesworth, alle prese con problemi ad un ginocchio. Stagione conclusa per il DE Tim Crowder, inserito in IR, il cui posto nel roster è stato preso dalla safety rookie Ahamd Black visto anche l’infortunio che ha colpito un’altra safety, Larry Asante, anch’egli out per il match coi Jaguars.
Passando agli spunti tecnici che la partita potrà offrire, sarà interessante vedere la difesa di Tampa Bay all’opera nel tentativo (che si rivelerà vano, temo…) di limitare il RB dei Jaguars, Maurice Jones-Drew, attuale leader tra i RB dell’intera NFL con 1.337 yards corse. Riusciranno i nostri eroi a tenere Jones-Drew al di sotto delle 200 yards? Perché le 100 yards, visto come sta difendendo Tampa Bay quest’anno sul running game avversario, il RB dei Jaguars le avrà probabilmente superate a metà del primo tempo…..ahinoi!
venerdì 9 dicembre 2011
Jaguars-Buccaneers, il derby dei poveri
Le partite tra squadre dello stesso Stato sono quasi sempre caratterizzate da una sentita ed accesa rivalità. Non è però così per questo derby della Florida tra Jaguars e Buccaneers; sia perché di recente introduzione (solo 4 i precedenti, con i Bucs che hanno vinto il primo nel 1995 perdendo poi i successivi 3), sia soprattutto perché – quest'anno – la classifica parla chiaro: Jags e Bucs sono due tra le peggiori squadre dell'intera NFL, ed entrambe arrivano a questa partita con record stra-perdenti e con ben poco entusiasmo.
In realtà, le restanti 4 partite di questo campionato non sono forse poi del tutto inutili, in casa Buccaneers. Lo sono in termini di classifica, dato che ormai il sogno di agguantare una wild-card è definitivamente sfumato. Ma credo che i rimanenti incontri di questo 2011 con Jaguars, Cowboys, Panthers e Falcons avranno un qual certo peso, per determinare il futuro di Raheem Morris e del suo staff.
Soprattutto, dopo che in settimana l'intera squadra ha speso parole importanti per l'Head Coach, facendo capire che nelle prossime gare l'impegno sarà massimo – nonostante non ci siano più obiettivi concreti da raggiungere – proprio per salvare la scricchiolante panchina di Raheem.
Mi pare chiaro che se nelle prossime partite la squadra dovesse replicare gli immondi spettacoli a cui abbiamo assistito di recente, diventerebbe poi molto complicato per i Glazer dare continuità a questa linea tecnica, confermando Morris anche per il 2012. Infatti, se in questi ultimi 4 incontri il rendimento della squadra - pur giocando al 100% - si confermasse analogo a quello visto vs Houston o Carolina, beh, la riconferma di Morris diventerebbe improponibile.
Temo invece che delle onorevoli sconfitte (o addirittura il ritorno alla W) nei prossimi 4 match potrebbero indurre i Glazer a dare continuità al “Progetto Morris”, considerando anche che Raheem ha già un contratto in essere anche per il 2012 e che il braccino corto della famiglia è universalmente noto.
Sono comunque curioso di vedere il match di Jacksonville e ancor di più quelli assai più difficili con Dallas, Carolina e Atlanta proprio per vedere se alla tante belle parole dei giocatori (“daremo tutto per Raheem”!) seguiranno poi anche fatti concreti. Premesso che chi guadagna svariati milioni di dollari all'anno per giocare a football, l'impegno massimo e assoluto lo dovrebbe garantire sempre e comunque - anche in una partita di preseason - e non solo quando si tratta di salvare la panchina di quel simpaticone del proprio head-coach.
In realtà, le restanti 4 partite di questo campionato non sono forse poi del tutto inutili, in casa Buccaneers. Lo sono in termini di classifica, dato che ormai il sogno di agguantare una wild-card è definitivamente sfumato. Ma credo che i rimanenti incontri di questo 2011 con Jaguars, Cowboys, Panthers e Falcons avranno un qual certo peso, per determinare il futuro di Raheem Morris e del suo staff.
1995: Il RB Jerry Ellison corre contro la difesa
dei Jaguars nel primo match tra JAX e TB
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Mi pare chiaro che se nelle prossime partite la squadra dovesse replicare gli immondi spettacoli a cui abbiamo assistito di recente, diventerebbe poi molto complicato per i Glazer dare continuità a questa linea tecnica, confermando Morris anche per il 2012. Infatti, se in questi ultimi 4 incontri il rendimento della squadra - pur giocando al 100% - si confermasse analogo a quello visto vs Houston o Carolina, beh, la riconferma di Morris diventerebbe improponibile.
Temo invece che delle onorevoli sconfitte (o addirittura il ritorno alla W) nei prossimi 4 match potrebbero indurre i Glazer a dare continuità al “Progetto Morris”, considerando anche che Raheem ha già un contratto in essere anche per il 2012 e che il braccino corto della famiglia è universalmente noto.
Sono comunque curioso di vedere il match di Jacksonville e ancor di più quelli assai più difficili con Dallas, Carolina e Atlanta proprio per vedere se alla tante belle parole dei giocatori (“daremo tutto per Raheem”!) seguiranno poi anche fatti concreti. Premesso che chi guadagna svariati milioni di dollari all'anno per giocare a football, l'impegno massimo e assoluto lo dovrebbe garantire sempre e comunque - anche in una partita di preseason - e non solo quando si tratta di salvare la panchina di quel simpaticone del proprio head-coach.
giovedì 8 dicembre 2011
La squadra si schiera con Morris (a parole...)
Si sprecano, in questi giorni, le attestazioni di stima da parte dei giocatori dei Buccaneers nei confronti di Morris e del coaching staff di Tampa Bay.
Il DT Brian Price, che proprio Morris aveva severamente punito domenica scorsa mandandolo anzitempo negli spogliatoi, dopo una sciocca penalità costata 15 yards, ha così commentato la “autoespulsione “ di cui è stato oggetto: "It's kind of like getting a whuppin' by your dad," Price said of being told Sunday by Morris to leave the field immediately after his third-quarter penalty. "You can't really take it too personal. You know when you mess up and you're like, 'Man, I wonder what kind of whuppin' I'm going to get or what kind of punishment?' It's all love. He's my coach, and I love him to death, and I love playing for him, and I love this team, and I just want to apologize to the owners and (general manager) Mark Dominik and Raheem.”
Praticamente una dichiarazione d’amore, quella di Price per il suo Head Coach….
Ma andiamo avanti con le affermazioni - tratte da nfl.com - di altri giocatori, e cominciamo con il LB Adam Hayward: "If we’re not tackling, that's not Rah's fault,” said Hayward. "We're the ones that aren't tackling, or we’re missing, or we’re not getting our blocks, or whatever the case may be. Rah has nothing to do with that. He’s not the one on the field. None of the coaches are…We know what Rah’s capable of and we play for him, and we like where he is as a head coach.."
Dunque, tutta colpa dei giocatori per Hayward: mica ci va Raheem, in campo…
Così, invece, ha parlato il DT Roy Miller:
"All week, we believe and trust in what [Raheem] tells us and it works in practice," said defensive tackle Roy Miller. “We can't be 'practice all-stars.' We’ve got to bring it to the game." Miller also dismissed the idea that any member of the coaching staff is to blame for the team’s struggles. "They (the coaches) study everything about these teams," he said. "They know what it will take to get in position to make a play. If we don’t make it, it's on us."
Diverso il giocatore, stessa la musica: solo fiducia e stima per il coaching staff anche da parte di Miller….
Per il WR Dezmon Briscoe, i Bucs invee sono - addirittura - una famiglia: "We're a family. We’re all brothers around here so we always try to keep each other up”.
Dunque, tutta colpa dei giocatori per Hayward: mica ci va Raheem, in campo…
Così, invece, ha parlato il DT Roy Miller:
"All week, we believe and trust in what [Raheem] tells us and it works in practice," said defensive tackle Roy Miller. “We can't be 'practice all-stars.' We’ve got to bring it to the game." Miller also dismissed the idea that any member of the coaching staff is to blame for the team’s struggles. "They (the coaches) study everything about these teams," he said. "They know what it will take to get in position to make a play. If we don’t make it, it's on us."
Diverso il giocatore, stessa la musica: solo fiducia e stima per il coaching staff anche da parte di Miller….
Per il WR Dezmon Briscoe, i Bucs invee sono - addirittura - una famiglia: "We're a family. We’re all brothers around here so we always try to keep each other up”.
Sinceramente, tutte queste parole sdolcinate da parte dei giocatori nei confronti di Morris mi sarebbero anche venuta a noia. A parole, tutti pazzi per Raheem; ma nei fatti, l’impressione è esattamente di segno opposto. E soprattutto, sorge spontanea una domanda: ma se i giocatori dei Bucs giocassero invece contro il proprio allenatore, il loro rendimento potrebbe veramente essere inferiore a quello (ignobile) mostrato nelle ultime disastrose prestazioni?! Perché se questi “fenomeni” stanno *DAVVERO* giocando per salvare il posto di lavoro del loro Head Coach…beh….aiuto, si salvi chi può!
mercoledì 7 dicembre 2011
Memorie dal throwback game
Il “throwback game” - istituito nel 2009 - è ormai diventato un appuntamento fisso in casa Bucs; ogni anno infatti, Tampa Bay disputa una partita casalinga indossando le uniformi originali, ossia quelle utilizzate dall'ingresso nell’NFL datato 1976 sino al 1996, ed in tale occasione, oltre a rispolverare il “white and orange” viene introdotto nel Ring of Honor (praticamente la Hall of Fame dei Bucs) un illustre Bucaniere del passato.
Sempre dal sito ufficiale buccaneers.com, il filmato relativo all’introduzione di Jimmie Giles nel Ring of Honor
Ed ora alcune foto: l'ingresso in campo delle squadra, con il bandierone di Bucco Bruce sullo sfondo (e spalti del RJS, ahimè, semivuoti!)
Dopo Lee Roy Selmon, pilastro della difesa dal 1976 al 1984 e John McKay, capo allenatore della franchigia nei primi 9 anni di attività dei Bucs nell’NFL (introdotti nel RoH rispettivamente nel 2009 e nel 2010) domenica scorsa l’omaggio è stato tributato al TE Jimmie Giles, punto di forza dell’attacco di Tampa Bay tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ’80.
Dunque, fari puntati su domenica scorsa: ecco alcune delle foto più significative del throwback game appena disputato ed un paio di video per conoscere meglio il nuovo membro del Ring of Honor.
Buona visione!
Dunque, fari puntati su domenica scorsa: ecco alcune delle foto più significative del throwback game appena disputato ed un paio di video per conoscere meglio il nuovo membro del Ring of Honor.
Che giocatore è stato Jimmie Giles? Questo filmato, tratto dal sito ufficiale buccaneers.com, mostra alcune delle più belle giocate di quello che è ritenuto il miglior Tight End nella storia di Tampa Bay
Ed ora alcune foto: l'ingresso in campo delle squadra, con il bandierone di Bucco Bruce sullo sfondo (e spalti del RJS, ahimè, semivuoti!)
L'ingresso dei Bucs
Un Capitano onorario per Tampa Bay: Jimmie Giles
Inside the Huddle
Tutti in fila!
Da'Quan Bowers festeggia dopo un sack
Il touchdown di Dezmon Briscoe
Un nuovo ingresso nel Ring of Honor
Foto di gruppo: i Tampa Bay Buccaneers 1981
Jimmie e la mascotte (anch'essa in versione throwback!)
Appuntamento all'anno prossimo, con Bucco Bruce!
martedì 6 dicembre 2011
I dolori del giovane Raheem
Tre stagioni alla guida di un team sono un periodo ragionevole per giudicare il lavoro di un allenatore nel duro mondo dell’NFL? O quantomeno, per capire se – al di la del numero di vittorie e sconfitte – esistono margini di miglioramento del lavoro svolto in questo arco di tempo?
Beh, io direi proprio di sì. Ed il giudizio su Raheem Morris ed il suo coaching staff - in particolare sull'OC Greg Olson - non può che essere pesantemente negativo, e senza più appello.
Era il Gennaio 2009 quando i Glazer, come sempre molto attenti al portafoglio, decisero di promuovere da allenatore dei defensive backs ad Head Coach l’allora 32enne Raheem Morris, licenziando il vecchio drago un po’ imbolsito Jon Gruden.
Sono state giocate quasi 45 partite, da quando Morris è diventato HC (ma anche Defensive Coordinator, dopo il licenziamento di Jim Bates nel corso del 2009) e adesso, giunti alla fine della terza stagione, ci ritroviamo esattamente allo stesso identico punto di partenza: sia dal punto di vista della qualità del gioco, che del rendimento dei singoli e dei vari reparti, per non parlare dei risultati. Le recenti umilianti batoste casalinghe vs Houston e Carolina, per dire, hanno ricalcato fedelmente quella contro i NY Giants datata settembre 2009. Stesso copione, stesso film...
E dire che questo 2011 doveva essere l’anno della verità, dopo il brutto 2009 (3-13) e l'incoraggiante 2010 (10-6). Ebbene, i risultati ed il rendimento della squadra sono sotto gli occhi di tutti. Dopo un inizio positivo dal punto di vista dei risultati (3-1 dopo le prime 4 partite) anche se non del gioco, i Bucs sono arrivati al match di Wembley con un record vincente (4-2) e vittorie importanti ottenute contro le forti rivali di division Atlanta e New Orleans. E invece, proprio a Londra è arrivata la prima sconfitta di una striscia rivelatasi poi lunghissima, tuttora aperta e giunta ormai a quota 6.
A Wembley si gioca male e si perde, ma i Bucs hanno comunque a disposizione il drive per la vittoria, sprecato malamente da Freeman. Da lì in poi, non solo sono arrivate altre sconfitte ma la squadra ha iniziato un processo di ”liquefazione” tale che le partite ormai durano sempre meno, spesso è sufficiente un solo quarto di gioco agli avversari per schiantare Tampa Bay, e proprio al RJS arrivano due sconfitte umilianti vs Houston e Carolina, in cui i Bucs assistono inerti ed inermi, senza mai mostrare il minimo segno di reazione, alla schiacciante dimostrazione di forza degli avversari.
La squadra non risponde in nessun modo agli stimoli di Morris, che nel “throwback game” vs Carolina indossa anche i panni del sergente di ferro “auto espellendo” Brian Price, reo di avere commesso una inutile penalità… ma ormai è troppo tardi. Oltre al fatto che Morris non è minimamente credibile quando decide di indossare i panni del “cattivo”….
I Bucs sono allo sbando, e ancor di più lo è il reparto sotto il diretto controllo di Morris, ossia la difesa: reparto che concede di tutto, incapace di difendere tanto sulle corse quanto sui passaggi, e contro cui diventa – per gli avversari – un piacere giocarci contro. E soprattutto, l'impressione è che Morris e i suoi collaboratori non riescano non solo ad elevare minimamente il rendimento del discreto materiale umano a disposizione ma nemmeno a trasmettere grinta e rabbia, quanto solamente nervosismo e tensione: tutte cose utili a far diventare i Bucs una delle squadre più fallose e penalizzate dell'intera NFL...
Credo che l’era Morris si stia chiudendo nel modo peggiore e decisamente in anticipo rispetto agli auspici della Proprietà, che sperava di avere trovato in Morris il nuovo Tony Dungy, in grado di riaprire un ciclo vincente e risvegliare i sopiti entusiasmi. Purtroppo è andata male, e la scommessa molto azzardata dei Glazer di affidare la squadra a un giovane rampante e senza curriculum si avvia al termine nel peggiore dei modi….
Però ormai è davvero indifendibile, nemmeno nei famigerati anni ’80 i Bucs - pur perdendo spesso e volentieri - giocavano così male come la squadra attuale, e non vedo proprio come i Glazer potrebbero decidere di confermare Morris, magari insieme all’OC Olson, anche per l’anno prossimo anche perché (e non è un dettaglio, se vogliamo che la franchigia rimanga in Florida) è ora di fare qualcosa di concreto per tornare a riempire lo stadio, ormai sempre più vuoto: immagino che fila ai botteghini per rinnovare l'abbonamento o per comprare i biglietti, se i Glazer riproponessero nuovamente lo stesso coaching staff dopo tutti i disastri combinati da Raheem & co.!
Buona fortuna, Raheem, ci hai provato ma è andata male…
Game Over.
Beh, io direi proprio di sì. Ed il giudizio su Raheem Morris ed il suo coaching staff - in particolare sull'OC Greg Olson - non può che essere pesantemente negativo, e senza più appello.
Era il Gennaio 2009 quando i Glazer, come sempre molto attenti al portafoglio, decisero di promuovere da allenatore dei defensive backs ad Head Coach l’allora 32enne Raheem Morris, licenziando il vecchio drago un po’ imbolsito Jon Gruden.
Il giovane rampante Morris aveva molti argomenti che i Glazer ritennero interessanti al punto da affidargli le redini della squadra: costava poco, era sufficientemente ambizioso quanto incosciente da accettare un impegno così gravoso come quello di HC di un team NFL senza avere nessuna esperienza significativa di head coaching alle spalle, aveva un ottimo rapporto con molti dei giocatori di cui era quasi coetaneo, ed era ritenuto l’uomo adatto su cui puntare per la ricostruzione dei Bucs, e per riaprire un nuovo ciclo dopo gli anni, sostanzialmente mediocri, post Super Bowl.
Sono state giocate quasi 45 partite, da quando Morris è diventato HC (ma anche Defensive Coordinator, dopo il licenziamento di Jim Bates nel corso del 2009) e adesso, giunti alla fine della terza stagione, ci ritroviamo esattamente allo stesso identico punto di partenza: sia dal punto di vista della qualità del gioco, che del rendimento dei singoli e dei vari reparti, per non parlare dei risultati. Le recenti umilianti batoste casalinghe vs Houston e Carolina, per dire, hanno ricalcato fedelmente quella contro i NY Giants datata settembre 2009. Stesso copione, stesso film...
E dire che questo 2011 doveva essere l’anno della verità, dopo il brutto 2009 (3-13) e l'incoraggiante 2010 (10-6). Ebbene, i risultati ed il rendimento della squadra sono sotto gli occhi di tutti. Dopo un inizio positivo dal punto di vista dei risultati (3-1 dopo le prime 4 partite) anche se non del gioco, i Bucs sono arrivati al match di Wembley con un record vincente (4-2) e vittorie importanti ottenute contro le forti rivali di division Atlanta e New Orleans. E invece, proprio a Londra è arrivata la prima sconfitta di una striscia rivelatasi poi lunghissima, tuttora aperta e giunta ormai a quota 6.
A Wembley si gioca male e si perde, ma i Bucs hanno comunque a disposizione il drive per la vittoria, sprecato malamente da Freeman. Da lì in poi, non solo sono arrivate altre sconfitte ma la squadra ha iniziato un processo di ”liquefazione” tale che le partite ormai durano sempre meno, spesso è sufficiente un solo quarto di gioco agli avversari per schiantare Tampa Bay, e proprio al RJS arrivano due sconfitte umilianti vs Houston e Carolina, in cui i Bucs assistono inerti ed inermi, senza mai mostrare il minimo segno di reazione, alla schiacciante dimostrazione di forza degli avversari.
La squadra non risponde in nessun modo agli stimoli di Morris, che nel “throwback game” vs Carolina indossa anche i panni del sergente di ferro “auto espellendo” Brian Price, reo di avere commesso una inutile penalità… ma ormai è troppo tardi. Oltre al fatto che Morris non è minimamente credibile quando decide di indossare i panni del “cattivo”….
I Bucs sono allo sbando, e ancor di più lo è il reparto sotto il diretto controllo di Morris, ossia la difesa: reparto che concede di tutto, incapace di difendere tanto sulle corse quanto sui passaggi, e contro cui diventa – per gli avversari – un piacere giocarci contro. E soprattutto, l'impressione è che Morris e i suoi collaboratori non riescano non solo ad elevare minimamente il rendimento del discreto materiale umano a disposizione ma nemmeno a trasmettere grinta e rabbia, quanto solamente nervosismo e tensione: tutte cose utili a far diventare i Bucs una delle squadre più fallose e penalizzate dell'intera NFL...
Credo che l’era Morris si stia chiudendo nel modo peggiore e decisamente in anticipo rispetto agli auspici della Proprietà, che sperava di avere trovato in Morris il nuovo Tony Dungy, in grado di riaprire un ciclo vincente e risvegliare i sopiti entusiasmi. Purtroppo è andata male, e la scommessa molto azzardata dei Glazer di affidare la squadra a un giovane rampante e senza curriculum si avvia al termine nel peggiore dei modi….
Niente di personale contro Morris, a me fa quasi tenerezza vederlo lì sulla sideline, sguardo vitreo e braccia conserte, senza la minima idea di cosa fare per raddrizzare una baracca che sta crollandogli addosso, sembra quasi che un fumetto gli esca dalla testa con scritto “E adesso che faccio? Ma chi me lo ha fatto fare…”.
Però ormai è davvero indifendibile, nemmeno nei famigerati anni ’80 i Bucs - pur perdendo spesso e volentieri - giocavano così male come la squadra attuale, e non vedo proprio come i Glazer potrebbero decidere di confermare Morris, magari insieme all’OC Olson, anche per l’anno prossimo anche perché (e non è un dettaglio, se vogliamo che la franchigia rimanga in Florida) è ora di fare qualcosa di concreto per tornare a riempire lo stadio, ormai sempre più vuoto: immagino che fila ai botteghini per rinnovare l'abbonamento o per comprare i biglietti, se i Glazer riproponessero nuovamente lo stesso coaching staff dopo tutti i disastri combinati da Raheem & co.!
Buona fortuna, Raheem, ci hai provato ma è andata male…
Game Over.
lunedì 5 dicembre 2011
Toccato il fondo, adesso si inizia a scavare
Anche i Carolina Panthers, avversario con cui (sulla carta) questi derelitti Bucs edizione 2011 sembrava potessero quantomeno giocarsela, si sono rivelati invece un ostacolo assolutamente insormontabile. Buccaneers mai in partita, dominati dall'inizio alla fine da un avversario che sembrava (anzi: che è) di una categoria superiore, e già all'halftime era evidente che la striscia di sconfitte consecutive si sarebbe ulteriormente allungata.
Mancava Freeman, è vero, ma aggrapparsi alla sua assenza (o a quella di Talib, infortunatosi a inizio match) sarebbe sbagliato. Chiaro, anche il Freeman sbiadito visto quest'anno sarebbe stato comunque preferibile a Josh Johnson (onesto “gregario” dai limiti tecnici fin troppo evidenti) ma questa ennesima debacle non è certo ascrivibile a Johnson, che in fin dei conti non ha nemmeno giocato malissimo considerato che l'ultima partita da titolare l'aveva disputata a Wembley nel 2009 vs New England. La cosa desolante è che è tale la pochezza di Tampa Bay che sarebbe finita allo stesso modo anche se a guidare i Bucs ieri ci fossero stati Tom Brady o Aaaron Rodgers....
Infine, il tasto più dolente, ossia gli allenatori; dopo l'ennesima figuraccia, diventano sempre più indifendibili le posizioni di Morris e Olson. Tra l'altro, Raheem ieri ne ha combinata un'altra delle sue, la “autoespulsione”... dopo che il DT Brian Price ha commesso una penalità per unnecessary roughness costata ai Bucs 15 yards di penalità, il coach ha pensato bene di mandare per punizione il giocatore nello spogliatoio... mossa folle e autolesionista: perché Price andava, semmai, punito duramente dopo la partita e magari anche multato per la stupida infrazione commessa, ma di certo non andava tolto dal campo, favorendo così, come se ce ne fosse stato bisogno, il gioco sulle corse di Carolina, essendo Price uno dei pochi in grado di contenerle.
Insomma, un totale disastro. Il modo peggiore per onorare il grande Jimmie Giles, da ieri ufficialmente nel Ring of Honor di Tampa Bay e anche il modo peggiore per tributare omaggio alle uniformi “throwback”, indegnamente indossate da un'accozzaglia di giocatori senza idee e guidati dalla sideline da un coaching staff ormai imbarazzante.
Mancava Freeman, è vero, ma aggrapparsi alla sua assenza (o a quella di Talib, infortunatosi a inizio match) sarebbe sbagliato. Chiaro, anche il Freeman sbiadito visto quest'anno sarebbe stato comunque preferibile a Josh Johnson (onesto “gregario” dai limiti tecnici fin troppo evidenti) ma questa ennesima debacle non è certo ascrivibile a Johnson, che in fin dei conti non ha nemmeno giocato malissimo considerato che l'ultima partita da titolare l'aveva disputata a Wembley nel 2009 vs New England. La cosa desolante è che è tale la pochezza di Tampa Bay che sarebbe finita allo stesso modo anche se a guidare i Bucs ieri ci fossero stati Tom Brady o Aaaron Rodgers....
Direi che è un po' tutto quanto a non funzionare in questa squadra, e non è semplice individuare una sola causa scatenante, il che complica indubbiamente anche la ricerca dei rimedi. Non funziona la difesa, distrutta (come sempre, da tre anni a questa parte...) dalle corse avversarie. Non funziona l'attacco, dove ieri – senza Freeman – sarebbe stato di fondamentale importanza un apporto consistente da parte di Blount, che non è invece mai stato in grado di sgusciare via ai difensori avversari. Ecco, funzionano solo gli special team, in particolare il kicker: Barth è stato perfetto anche ieri, ma se l'MVP è (di gran lunga) il kicker, allora vuol dire che c'è davvero pochissimo da stare allegri....
Infine, il tasto più dolente, ossia gli allenatori; dopo l'ennesima figuraccia, diventano sempre più indifendibili le posizioni di Morris e Olson. Tra l'altro, Raheem ieri ne ha combinata un'altra delle sue, la “autoespulsione”... dopo che il DT Brian Price ha commesso una penalità per unnecessary roughness costata ai Bucs 15 yards di penalità, il coach ha pensato bene di mandare per punizione il giocatore nello spogliatoio... mossa folle e autolesionista: perché Price andava, semmai, punito duramente dopo la partita e magari anche multato per la stupida infrazione commessa, ma di certo non andava tolto dal campo, favorendo così, come se ce ne fosse stato bisogno, il gioco sulle corse di Carolina, essendo Price uno dei pochi in grado di contenerle.
Morris ormai è in evidente stato confusionale, assiste alla partita dalla sideline con lo sguardo vitreo e senza mai cambiare espressione, ed iniziare adesso a vestire i panni del “sergente di ferro” che “autoespelle” i propri giocatori fa solamente ridere, oltre ad essere inutile e tardivo. E poi Olson... sempre gli stessi prevedibilissimi giochi, compresa l'immancabile reverse di Benn con conseguente perdita di yards, e con il RB Mossis Madu, che qualche lampo ieri lo aveva fatto vedere, impiegato pochissimo, insistendo invece ancora su Lumpkin sui cui imbarazzanti limiti tecnici è meglio stendere un velo pietoso.
Insomma, un totale disastro. Il modo peggiore per onorare il grande Jimmie Giles, da ieri ufficialmente nel Ring of Honor di Tampa Bay e anche il modo peggiore per tributare omaggio alle uniformi “throwback”, indegnamente indossate da un'accozzaglia di giocatori senza idee e guidati dalla sideline da un coaching staff ormai imbarazzante.
Ancora quattro sconfitte, e poi questa pessima stagione sarà finita. L'auspicio, adesso, è che anche la Proprietà apra gli occhi e si renda conto della situazione. Proseguire su questa strada, confermando sulla sideline anche per il 2012 un coaching staff che ha purtroppo ampiamente dimostrato di non essere in grado di gestire la situazione, sarebbe un errore imperdonabile. Dopo tre anni di Morris & Olson ci troviamo sempre al punto di partenza, massacrati puntualmente da qualsiasi avversario ci capiti di incontrare e senza nessuna prospettiva per il futuro. Qualcuno ha notato differenza tra la prima partita in assoluto della gestione Morris (asfaltati da Dallas, settembre 2009) e quelle di ieri (asfaltati da Carolina, dicembre 2011)? Purtroppo, i fatti parlano chiaro: e i tre anni della gestione Morris verranno ricordati, in futuro, come tre anni buttati – letteralmente – nella spazzatura....
domenica 4 dicembre 2011
Raymond James Stadium: che fatica riempirlo...
Ho trovato interessante e segnalo la lettura di queste note in cui Paul Stewart, il fondatore di quella vera e propria “bibbia” sui Bucs che è bucpower.com, riflette, abbastanza amaramente, sulla costante e progressiva disaffezione che sembra avere colpito negli ultimi tempi la tifoseria locale di Tampa. Fino a pochi anni fa era un impresa trovare un biglietto quando i Bucs giocavano in casa; adesso invece è sempre meno la gente che va allo stadio, e chi ancora continua a recarsi al RJS - osserva Stewart - nella grande maggioranza non pare proprio seguire il match con grande trasporto ed entusiasmo, per usare un eufemismo.
Va anche detto che la partita che credo abbia ispirato a Stewart quest’articolo è l’orribile match coi Texans, prestazione che entra di diritto tra le più brutte disputate dai Bucs negli ultimi anni. E il problema, a mio avviso, non è tanto che a seguire gli ultimi minuti del match vs Houston fosse rimasta solo la delegazione di tifosi inglesi giunti dall’Europa e guidata da Stewart, quanto, ad esempio, che anche per un match “speciale“come quello di oggi si sia lontani dal sold out. Ecco, se nemmeno per la partita più “particolare” dell’anno in cui verrà tra l’altro celebrato un grandissimo del passato come Jimmie Giles ed in cui verranno rispolverate le uniformi “throwback”, i biglietti vengono polverizzati in prevendita, allora vuol proprio dire che è il caso di riflettere profondamente su quali soluzioni debbano essere adottate perché si realizzi un’inversione di tendenza ed i tifosi tornino a ripopolare le gradinate del Raymond James Stadium. Fa davvero male, e non solo alle casse societarie, vederlo sempre mezzo vuoto…..
sabato 3 dicembre 2011
Aspettando Carolina
La partita di domani avrà anche poco nulla da dire per quel che riguarda la classifica, dato che sia Tampa Bay che Carolina hanno ormai come obiettivo massimo solamente quello di evitare l'ultimo posto della division... ma direi che ci sono almeno due buone ragioni per non perdersi questo match: in primis, perché i Panthers sono una squadra più o meno allo stesso (mediocre) livello degli attuali Bucs e quindi quella di domenica potrebbe essere una delle poche occasioni per assistere ad una vittoria dei ragazzi di Morris. E in secundis, per gustarsi il ritorno di Bucco Bruce e delle indimenticate maglie “creamsicle”, oltre che per tributare il dovuto riconoscimento al Tight End Jimmie Giles, che nell'intervallo del match verrà introdotto nel Ring of honor di Tampa Bay.
Domenica, al RJS, ci sarà quindi un'atmosfera molto particolare, rigorosamente ed esclusivamente “anni '70”. E dunque le casse dello stadio manderanno solo canzoni “seventies” così come le cheerleaders saranno abbigliate con vestiti d'antan. Davvero un peccato che nemmeno per questa occasione lo stadio faccia registrare il tutto esaurito; credo che questa disaffezione da parte del pubblico locale sia veramente un brutto segnale, ormai per ogni partita dei Bucs rimangono invenduti dai 10 ai 15 mila biglietti e i due sold out di quest'anno si sono verificati solo per eventi quali il monday night ed l'imminente saturday night vs Dallas.
L'auspicio è quello di tornare a vederli presto belli gremiti, gli spalti del RJS, anche per spazzare via le voci secondo cui i Buccaneers sarebbero tra le franchigie “papabili” per il trasferimento a LA, incubo questo che – se non altro – accomuna le tifoserie di parecchie squadre NFL......
venerdì 2 dicembre 2011
Josh Freeman e il "thumbgate"
Sono parecchi i giocatori dei Bucs alle prese con infortuni di vario tipo, e la cui presenza è in forse per il match di domenica vs Carolina. Tra i più in dubbio, oltre ai due DL Brian Price e Michael Bennett, c'è anche il QB Josh Freeman, infortunatosi alla spalla nell'ultimo gioco dello sfortunato match at Tennessee, nel vano tentativo di convertire un 4 & 1. Ma in questi giorni si è parlato a lungo di Josh Freeman per un altro motivo, ossia delle vere ragioni alla base dell'infortunio al pollice della mano destra con cui il #5 è alle prese da parecchie settimane.
Inizialmente si era parlato di un brutto colpo subìto durante il match di Wembley vs Chicago. Ma poi hanno incominciato a diffondersi altre voci circa la reale natura dell'infortunio, e alla fine il buon Josh ha dovuto ammettere, nel corso di una conferenza stampa, che il vero problema al pollice se l'era procurato nel corso della bye week, dedicandosi a quello che pare essere uno dei suoi hobby preferiti, ossia il “tiro al bersaglio” con la pistola (una “Desert Eagle”) e facendosi male a tal punto che si è resa necessaria l'applicazione di ben cinque punti di sutura. Nel match disputato a Londra il pollice di Freeman era stato sì toccato duro dai difensori di Chicago, ma è proprio a causa dell'uso maldestro della Desert Eagle che si è resa necessaria la “ricucitura” del dito.
Per fortuna il ragazzo, che maldestramente aveva cercato di occultare le vere cause di questo infortunio, pare avere compreso che sarà meglio dedicarsi solamente durante l'offseason a sessioni di “shooting range” utilizzando armi da fuoco....e magari non sarebbe male trovarsi anche un “hobby” un po' più tranquillo, aggiungo io, almeno fino a quando di mestiere Josh Freeman farà il QB professionista in un team NFL!
Inizialmente si era parlato di un brutto colpo subìto durante il match di Wembley vs Chicago. Ma poi hanno incominciato a diffondersi altre voci circa la reale natura dell'infortunio, e alla fine il buon Josh ha dovuto ammettere, nel corso di una conferenza stampa, che il vero problema al pollice se l'era procurato nel corso della bye week, dedicandosi a quello che pare essere uno dei suoi hobby preferiti, ossia il “tiro al bersaglio” con la pistola (una “Desert Eagle”) e facendosi male a tal punto che si è resa necessaria l'applicazione di ben cinque punti di sutura. Nel match disputato a Londra il pollice di Freeman era stato sì toccato duro dai difensori di Chicago, ma è proprio a causa dell'uso maldestro della Desert Eagle che si è resa necessaria la “ricucitura” del dito.
Per fortuna il ragazzo, che maldestramente aveva cercato di occultare le vere cause di questo infortunio, pare avere compreso che sarà meglio dedicarsi solamente durante l'offseason a sessioni di “shooting range” utilizzando armi da fuoco....e magari non sarebbe male trovarsi anche un “hobby” un po' più tranquillo, aggiungo io, almeno fino a quando di mestiere Josh Freeman farà il QB professionista in un team NFL!
giovedì 1 dicembre 2011
Throwback game 2011: Buccaneers vs Panthers
Quella di domenica prossima vs Carolina sarà una partita un po' particolare, per i Buccaneers. Non tanto perché probabilmente arriverà la sesta sconfitta consecutiva (!) quanto perché Tampa Bay scenderà in campo indossando le uniformi “originali”: casacca arancione, pantaloni bianchi e casco con il pirata Bucco Bruce.
Ed in occasione del throwback game vs Carolina, i Bucs introdurranno - come da recente tradizione – un illustre ex Bucaniere nel “Ring Of Honor“.
Dopo Lee Roy Selmon nel 2009 e Coach John McKay nel 2010, quest'anno il riconoscimento verrà tributato a Jimmie Giles, semplicemente il miglior tight end di sempre dei Bucs, punto di forza di Tampa Bay per 9 anni, dal 1978 al 1986.
Domenica verrà ricordata un po' tutta la squadra che nel 1981 raggiunse i playoff per la seconda volta (in tre anni) nella storia del Team, e molti di coloro che in quella stagione vestirono la maglia di Tampa Bay saranno presenti allo stadio (“Batman” Wood, James Wilder, Kevin House, Cedric Brown...).
Giles fu uno dei punti di forza anche di quei Buccaneers che nel 1979 vennero sconfitti ai playoff dal Los Angeles Rams nella finale di Conference. E fu uno dei primi a interpretare il ruolo di TE in chiave moderna, dimostrandosi non solo abile a bloccare per le corse di Ricky Bell e James Wilder, ma anche e soprattutto un ottimo ricevitore aggiunto, diventando uno dei bersagli preferiti e più affidabili per il QB Doug Williams.
Il nome di Giles forse non dirà molto a chi non segue da vicino i Bucs, e forse dirà poco anche ai giovani tifosi di Tampa Bay, che magari non erano neanche nati ai tempi in cui Jimmie giocava. Ma fu un giocatore importante e di primo piano di quella squadra che in tre anni passò da un record di 0-14 a contendere ai LA Rams l'accesso al Super Bowl.
Non so se altri grandi ex del passato meritassero di essere introdotti nel Ring of Honor di Tampa Bay prima di Giles (da Doug Williams a James Wilder, da Ricky Bell a "Batman" Wood i nomi illustri non mancano); quel che è certo è che Jimmie è stato uno dei grandi Bucanieri dei tempi in cui vestivamo in "white & orange"; l'ex #88 vanta inoltre quattro convocazioni al Pro Bowl ed è il n.1 nella storia dei Bucs per TD ricevuti e quarto assoluto in numero di palloni ricevuti. Giusto dunque tributargli il meritato riconoscimento e inserirlo nel Ring of Honor, tra i grandi che hanno scritto la storia di Tampa Bay.
Qualche foto di Giles: qui è immortalato nella copertina del "media guide" dei Bucs, anno 1980
Questa foto risale al match del 1985 contro Miami. In questa partita Giles mise a referto quattro TD, unico giocatore nella storia dei Bucs ad esserci riuscito in una singola partita.
Questa, invece, l'ho scattata io poco più di un mese fa a Londra, dove Giles era ospite dei Bucs in occasione del match vs Chicago: giusto qualche chiletto in più, per Jimmie...!
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